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Anna Maria Monica Bellucci

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I am Gianmaria Semprini lawyer with a practice obtained at the Sergio de Sio law firm associated with Quercia http://www.studioligaledesioquercia.it patron 2002-2003 graduated from the University of Urbino and legal master in criminology with negative results online Rimini University Designer and journalist from Riccione musician , LocalWeb srl had been commissioned by me under a registered contract by telephone, to build the website http://www.gianmariasemprini.com and the Gianmaria Semprini page but not only nothing was born, but I paid one hundred euros to the CGIL which protects disabled civilians – I am since 2010 for 75 & for distemper and I receive 308 euros per month, for plea bargaining, but I have never authorized to associate this site with Sole nascente massage center. I turned to the secretariat of the Italian Cabinet to the senator Mrs Rubino, to the carabinieri of Riccione where I live with the result that they admitted me to the psychic health residence Il sole in viale Camilluccia Ca Gallo in Misano Adriaco. The great Immanuel Kant considered the “right to the pen” essential … I receive millions of telephone calls and I do not give massages. I don’t know who the snipers of the … possible joint contractual testimonial phone call are, but Google sent me the sticker with the words click here for social media reviews. I do what I can in life 🌱 and I had to close http://www.gianmariasemprini.wordpress.com which had 4000 followers, general culture models music 🎶, but at least I haven’t committed suicide yet. Now from next Monday at 9.30 I have to go to Rimini, I’m 55, to describe my feelings on photographs and walk in a group until 5.30. I would ask you to say hello to me, I take this opportunity, if you make any contacts, Anna Maria Monica Bellucci Sophia Loren Nina Brochus Agdgal and Nina Kraviz whom I met at the gran hotel Des Bains in Riccione when, forgive me and allow me, I made another puncture in the center mental health of via San Miniato and I still had erections. I’m not an idiot, much less restless. Best regards and good luck to you all from me.

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The Love i Lost Harold Melvin and the Blue Notes feat. Teddy Pendergrass

Harold Melvin & the Blue Notes

gruppo musicale statunitense

Stati Uniti

Harold Melvin & the Blue NotesPaese d’origineStati UnitiGenereSoul
Philadelphia soul
Rhythm and blues
Doo-wop
DiscoPeriodo di attività musicale1960 – 1997EtichettaPhiladelphia International Records
CBS
ABC RecordsAlbum pubblicati11Sito ufficiale

Harold Melvin & the Blue Notes è stato un gruppo musicale tra i più popolari del Philadelphia soul degli anni 1970. Il repertorio del gruppo comprendeva vari generi musicali: soul, rhythm and bluesdoo wop e la disco music.

Fu fondato a Filadelfia agli inizi degli anni cinquanta con il nome The Charlemagnes. Alcuni dei loro successi furono prodotti da Gamble & Huff tramite la loro etichetta Philadelphia International Records ed incisi tra il 1972 ed il 1976. Questo gruppo ha continuato ad esibirsi ed a registrare fino alla morte di Melvin avvenuta nel 1997. Sebbene Harold Melvin sia stato il fondatore del gruppo, il componente più famoso e conosciuto dei Blue Notes è rimasto Teddy Pendergrassvoce solista durante gli anni di maggior successo degli Harold Melvin & the Blue Notes con la casa discografica Philadelphia International Records.

Storia

Gli inizi

Il gruppo già conosciuto con il nome di The Charlemagnes prese successivamente il nome di The Blue Notes. Nel 1954, il gruppo era composto da Harold Melvin, voce solista (nato il 25 giugno 1939, a Philadelphia), Bernard Williams, Roosevelt Brodie, Jesse Gillis Jr. e Franklin Peaker. Dal 1957 al 1960 il gruppo incise diversi dischi senza ottenere notevoli successi. Nel 1960 venne distribuito dalla casa discografica Value Records un loro singolo dal titolo My Hero, e nel 1965 invece per la Landa Records un altro disco dal titolo Get Out (and Let Me Cry). Durante questo periodo, la formazione del gruppo cambiò frequentemente. Bernard Williams dopo aver abbandonato The Blue Notes, fondò una nuova band chiamata The Original Blue Notes. Harold Melvin sostituì Bernard Williams quale voce solista con John Atkins. Il 1970 vede l’ingresso nella band di Teddy Pendergrass come batterista. Pendergrass era stato un componente dei The Cadillacs. John Atkins lascia il gruppo nello stesso anno.

Il successo con la Philadelphia International

Sono gli anni del successo, il gruppo è formato da Melvin, Pendergrass, Bernard Wilson, Lawrence Brown e Lloyd Parks, ed ottiene un contratto con la casa discografica di Kenneth Gamble e Leon Huff, la Philadelphia International Records. Fra i dischi di maggior successo dei Blue Notes troviamo diverse canzoni d’amore: If You Don’t Know Me By Now (1972), I Miss You (1972), The Love I Lost (1973), e Don’t Leave Me This Way (1975), e altre canzoni più rivolte a tematiche sociali: Wake Up Everybody e Bad Luck (entrambe del 1975). La canzone Bad Luck riesce ad ottenere il record di ben 11 settimane di presenza nella classifica dance americana. Una cover del 1976 Don’t Leave Me This Way pubblicata dalla casa discografica Motown e cantata da Thelma Houston scalò le vette delle classifiche americane della musica leggera; sia la versione cantata da Thelma Houston, come pure quella originale dei Blue Notes sono entrambe entrate a far parte a pieno titolo di quella era musicale, definita nel lessico popolare come quella della disco music. A dispetto dei successi musicali ottenuti, la composizione della formazione della band dei Blue Notes continuava a cambiare. Nel 1974 entrò a farvi parte sia Jerry Cummings, che andò a sostituire Lloyd Parks, sia una nuova cantante: Sharon Paige. Nel 1976, al top del loro successo, Pendergrass improvvisamente abbandonò i Blue Notes, dopo aver con un vano tentativo tentato di convincere Melvin a rinominare la band col nome di Teddy Pendergrass & the Blue Notes. L’uscita dal gruppo portò comunque Pendergrass ad ottenere un buon successo come cantante solista sino al 1982, anno nel quale a causa di un incidente stradale rimase paralizzato. Una delle sue ultime apparizioni pubbliche è stata quella fatta durante lo storico concerto Live Aid nel 1985.

Gli anni successivi

Melvin sostituì Pendergrass con David Ebo, e i Blue Notes lasciarono la Philadelphia International Records per passare sotto l’etichetta discografica ABC Records nel 1977Reaching for the World è stato l’ultimo loro maggiore successo. Nel 1980, Jerry Cummings, Bernard Wilson e Sharon Paige contemporaneamente lasciano il gruppo. Harold Melvin, Lawrence Brown, e alcuni nuovi membri (Dwight Johnson e William Spratelly) nel 1980, cambiano casa discografica passando alla MCA Records Source Division con la quale incidono 2 album musicali, che furono un completo flop commerciale. Gil Saunders prese la guida del gruppo nel 1982, e rimpiazzò David Ebo. Con Saunders, il gruppo ottenne dei discreti successi nel Regno Unito con l’album Talk It Up (Tell Everybody), ed i singoli Today’s Your Lucky Day e Don’t Give Me Up. Questi dischi sono tuttora venduti sia nel Regno Unito che negli USA. Alcuni successi dell’era di Pendergrass sono poi stati registrati in Inghilterra quando Gil Saunders era ancora il leader della band. Saunders lasciò il gruppo nel 1992. Harold Melvin continuò a suonare e ad esibirsi con i Blue Notes sino al 1996, anno nel quale fu colpito da un attacco cardiaco. Melvin morì il 24 marzo 1997 all’età di 57 anni.

Discografia

Album in studio

  • 1972 – Harold Melvin & the Blue Notes
  • 1972 – I Miss You
  • 1973 – Black & Blue
  • 1975 – To Be True
  • 1975 – Wake Up Everybody
  • 1976 – All-Time Greatest Hits
  • 1977 – Reaching for the World
  • 1977 – Now is the Time
  • 1980 – The Blue Album
  • 1980 – All Things Happen in Time
  • 1984 – Talk It Up (Tell Everybody)

Singoli

  • 1960 – My Hero (come The Blue Notes)
  • 1965 – Get Out (And Let Me Cry)
  • 1972 – I Miss You (Part 1)
  • 1972 – If You Don’t Know Me By Now
  • 1973 – Yesterday I Had the Blues
  • 1973 – The Love I Lost (Part 1)
  • 1973 – Satisfaction Guaranteed (Or Take Your Love Back)
  • 1974 – Where Are All My Friends
  • 1975 – Bad Luck (Part 1)
  • 1975 – Hope That We Can Be Together Soon (con Sharon Paige)
  • 1975 – Wake Up Everybody (Part 1)
  • 1975 – Don’t Leave Me This Way
  • 1976 – Tell the World How I Feel About ‘Cha Baby
  • 1977 – Reaching For the World
  • 1977 – After You Love Me, Why Do You Leave Me (con Sharon Paige)
  • 1978 – Baby, You Got My Nose Open
  • 1980 – Prayin’
  • 1980 – I Should Be Your Lover
  • 1984 – Don’t Give Me Up
  • 1984 – Today’s Your Lucky Day

Cuore di De Amicis

Il libro Cuore di Edmondo De Amicis rappresenta, in particolare per coloro che sono negli …anta, il romanzo di formazione tra i più famosi e funzionali.

Purtroppo, come accaduto per altri classici quali i Promessi Sposi e Pinocchio, il fatto di essere stato una lettura quasi obbligata nel corso della formazione scolastica non ha nè contribuito alla sua completa comprensione nè, salvo eccezioni, si è potuto giovare di una rilettura “adulta” risultando confinato, per lo più, ad uggiosa reminiscenza scolastica.

In realtà ragione di riflessione quel testo ancora oggi ne offre molta. Vediamo di analizzarla.

Il libro viene scritto nell’anno 1886 e quindi in un periodo tra i più complessi della nostra storia a ridosso del Risorgimento e soprattutto dell’Italia post unitaria unificata dal Regno Sabaudo.

Il testo viene commissionato direttamente dal governo (i cui Parlamentari erano cooptati per classe e per censo tra la nobiltà di nascita o acquisita) alle prese con la gravissima situazione strutturale di un Regno formalmente unificato nella monarchia sabauda ma sostanzialmente non amalgamato nelle sue componenti originarie (basti pensare agli effetti territoriali duraturi del Reame Borbonico).

La scelta di De Amicis fortunato autore di romanzi “d’appendice” di vocazione socialista con un forte radicamento sulla realtà degli ultimi (classi subalterne ed impiegati) non fu certo unanime.

Come furono oggetto di grandi discussioni sia l’entità del compenso richiesto dall’autore sia la natura “rivoluzionaria” dell’impianto letterario.

Siamo in pieno Ottocento quando, salvo importantissime eccezioni soprattutto d’oltralpe, gli eroi o le eroine dei libri e dei romanzi sono per lo più re, regine, principi, duchi, contesse, baroni e marchesi e, ove non lo siano all’inizio del libro, attraverso un procedimento di agnizione, si verrà comunque a scoprire che sono comunque, al peggio, figli naturali dei suddetti titolati.

De Amicis, con un’intuizione folgorante, scuote la scena strutturandola dal punto di vista oggettivo in un luogo assolutamente inedito (la Scuola) e dal punto di vista soggettivo rendendo protagonisti due “eroi borghesi”: la Maestrina dalla penna rossa ed il Preside.

De Amicis ebbe lo straordinario merito di comprendere che l’elemento fondante del nuovo regno sabaudo esteso all’intera Italia avrebbe dovuto necessariamente strutturarsi nel pubblico insegnamento, nella scuola pubblica. E che i veri soldati dell’unificazione non sarebbero stati gli armigeri bensì i Maestri.

Impossibilitato ad avere un “modello ideale di italiano”, al di là da venire, De Amicis ebbe inoltre la straordinaria idea di esaltare virtù (vere o presunte) delle singole regioni componenti il regno per elevarle, con una transizione di fase più emotiva che letteraria, ad unità ideale di sintesi.

Così il Tamburino è sardo, la Vedetta è lombarda e via descrivendo per far sì che le realtà territoriali regionali non sentissero il peso della annessione militare in favore di un “orgoglio nazionale” unitario retto da vincoli di terra, sangue e diritto.

Nè manca, con spirito anticipatore, di descrivere il complesso mondo dell’emigrazione in una sorta di “globalizzazione ante litteram” dagli Appennini alle Ande.

Nonostante il titolo il libro è una straordinaria operazione di “marketing” politico perseguito con intelligenza da una classe politica cui tutto poteva venir rimproverato tranne che la cultura.

Classe politica che seppe capire l’importanza della sfera “pubblica” quale elemento di coesione e di appartenenza in superamento degli individualismi personali e locali.

Certo non si può chiedere a De Amicis di essere Marx (e non lo era) nè di essere Bakunin (e non lo era).

Ma non si può non notare, tralasciando per un momento la fotografia di una struttura sociale sostanzialmente statica, il rilievo dato alla funzione del pubblico, nella specie della scuola pubblica, alla formazione di un comune sentire che sarebbe poi diventato un sentire di patria.

Rivedere oggi, nel mezzo di un’emergenza epidemica ed economica senza precedenti, ad oltre 150 anni da allora la dissoluzione del sentire in senso unitario il Paese e lo Stato attraverso le voci, disarmoniche, delle singole regioni fa capire molto di noi e dell’Italia.

Dopo il libro Cuore ci fu la grande guerra, ci fu Caporetto ma ci fu anche Vittorio Veneto. Ma ci fu soprattutto uno straordinario comune sentire.

E forse un sottile filo conduttore lega il patriottismo, un po’ ingenuo e senza malizia, di Cuore a quello che portò poi a Vittorio Veneto.

Nel famoso discorso della vittoria del Generale Diaz un passaggio, ancora oggi, risuona emblematico “…l’Esercito Italiano inferiore per uomini e mezzi…” ecco siamo stati veramente inferiori per uomini e mezzi allora come oggi. Allora vincemmo.

Cuore di De Amicis

Il libro Cuore di Edmondo De Amicis rappresenta, in particolare per coloro che sono negli …anta, il romanzo di formazione tra i più famosi e funzionali.

Purtroppo, come accaduto per altri classici quali i Promessi Sposi e Pinocchio, il fatto di essere stato una lettura quasi obbligata nel corso della formazione scolastica non ha nè contribuito alla sua completa comprensione nè, salvo eccezioni, si è potuto giovare di una rilettura “adulta” risultando confinato, per lo più, ad uggiosa reminiscenza scolastica.

In realtà ragione di riflessione quel testo ancora oggi ne offre molta. Vediamo di analizzarla.

Il libro viene scritto nell’anno 1886 e quindi in un periodo tra i più complessi della nostra storia a ridosso del Risorgimento e soprattutto dell’Italia post unitaria unificata dal Regno Sabaudo.

Il testo viene commissionato direttamente dal governo (i cui Parlamentari erano cooptati per classe e per censo tra la nobiltà di nascita o acquisita) alle prese con la gravissima situazione strutturale di un Regno formalmente unificato nella monarchia sabauda ma sostanzialmente non amalgamato nelle sue componenti originarie (basti pensare agli effetti territoriali duraturi del Reame Borbonico).

La scelta di De Amicis fortunato autore di romanzi “d’appendice” di vocazione socialista con un forte radicamento sulla realtà degli ultimi (classi subalterne ed impiegati) non fu certo unanime.

Come furono oggetto di grandi discussioni sia l’entità del compenso richiesto dall’autore sia la natura “rivoluzionaria” dell’impianto letterario.

Siamo in pieno Ottocento quando, salvo importantissime eccezioni soprattutto d’oltralpe, gli eroi o le eroine dei libri e dei romanzi sono per lo più re, regine, principi, duchi, contesse, baroni e marchesi e, ove non lo siano all’inizio del libro, attraverso un procedimento di agnizione, si verrà comunque a scoprire che sono comunque, al peggio, figli naturali dei suddetti titolati.

De Amicis, con un’intuizione folgorante, scuote la scena strutturandola dal punto di vista oggettivo in un luogo assolutamente inedito (la Scuola) e dal punto di vista soggettivo rendendo protagonisti due “eroi borghesi”: la Maestrina dalla penna rossa ed il Preside.

De Amicis ebbe lo straordinario merito di comprendere che l’elemento fondante del nuovo regno sabaudo esteso all’intera Italia avrebbe dovuto necessariamente strutturarsi nel pubblico insegnamento, nella scuola pubblica. E che i veri soldati dell’unificazione non sarebbero stati gli armigeri bensì i Maestri.

Impossibilitato ad avere un “modello ideale di italiano”, al di là da venire, De Amicis ebbe inoltre la straordinaria idea di esaltare virtù (vere o presunte) delle singole regioni componenti il regno per elevarle, con una transizione di fase più emotiva che letteraria, ad unità ideale di sintesi.

Così il Tamburino è sardo, la Vedetta è lombarda e via descrivendo per far sì che le realtà territoriali regionali non sentissero il peso della annessione militare in favore di un “orgoglio nazionale” unitario retto da vincoli di terra, sangue e diritto.

Nè manca, con spirito anticipatore, di descrivere il complesso mondo dell’emigrazione in una sorta di “globalizzazione ante litteram” dagli Appennini alle Ande.

Nonostante il titolo il libro è una straordinaria operazione di “marketing” politico perseguito con intelligenza da una classe politica cui tutto poteva venir rimproverato tranne che la cultura.

Classe politica che seppe capire l’importanza della sfera “pubblica” quale elemento di coesione e di appartenenza in superamento degli individualismi personali e locali.

Certo non si può chiedere a De Amicis di essere Marx (e non lo era) nè di essere Bakunin (e non lo era).

Ma non si può non notare, tralasciando per un momento la fotografia di una struttura sociale sostanzialmente statica, il rilievo dato alla funzione del pubblico, nella specie della scuola pubblica, alla formazione di un comune sentire che sarebbe poi diventato un sentire di patria.

Rivedere oggi, nel mezzo di un’emergenza epidemica ed economica senza precedenti, ad oltre 150 anni da allora la dissoluzione del sentire in senso unitario il Paese e lo Stato attraverso le voci, disarmoniche, delle singole regioni fa capire molto di noi e dell’Italia.

Dopo il libro Cuore ci fu la grande guerra, ci fu Caporetto ma ci fu anche Vittorio Veneto. Ma ci fu soprattutto uno straordinario comune sentire.

E forse un sottile filo conduttore lega il patriottismo, un po’ ingenuo e senza malizia, di Cuore a quello che portò poi a Vittorio Veneto.

Nel famoso discorso della vittoria del Generale Diaz un passaggio, ancora oggi, risuona emblematico “…l’Esercito Italiano inferiore per uomini e mezzi…” ecco siamo stati veramente inferiori per uomini e mezzi allora come oggi. Allora vincemmo.

https://www.aid4mada.org/la-storia-dellacqua-tutta-la-storia-di-aid4mada-in-un-libro/

La Storia dell’Acqua: tutta la storia di Aid4Mada in un libro

Il 14 febbraio inizieranno le prevendite de La Storia dell’Acqua, il nuovo libro in cui Massimo Lazzari racconta tutta la storia della nostra associazione.

Per iniziare a fare un po’ di spoiler abbiamo chiesto a Massimo di anticiparci alcune curiosità.

Perchè ho deciso di scrivere un libro sulla storia dell’associazione?

Ricordo molto bene il giorno in cui ho avuto questa idea.

Era la fine di settembre del 2018. Da circa un anno facevo parte del consiglio direttivo e da meno di un mese avevamo lanciato il brand Aid4Mada per comunicare un cambiamento radicale rispetto al passato dell’associazione.

Stavo partecipando a un corso sul Digital Marketing per il No Profit, e uno dei formatori disse una frase che accese una lampadina nella mia testa:

Quello che scrivete sui social network dura al massimo qualche giorno. Quello che scrivete sul sito web può durare anni.

Completai immediatamente questa frase con un’illuminazione.

Quello che scrivete in un libro può durare per sempre!

Scrivere è sempre stata la mia passione. Per un certo periodo della mia vita ho anche pensato, o meglio sperato, che potesse diventare un mestiere. In quel momento capii che poteva diventare una missione.

Avrei scritto un libro per raccontare tutta la storia di Aid4Mada, con la finalità di comunicare al maggior numero di persone possibile il nostro messaggio, il nostro impegno, il cambiamento che stavamo realizzando per la popolazione del Madagascar.

Perchè ho scelto questo titolo?

Da qualche mese avevamo avviato l’ambizioso progetto L’Acqua è Vita, per portare acqua potabile a migliaia di persone di Tulear.

Proprio in quei giorni stavamo completando la costruzione dei nostri primi 10 pozzi, che sarebbero stati poi consegnati alla popolazione nel mese di novembre.

L’Acqua quindi era al centro del nostro lavoro, ed era il tema che più di ogni altro stava segnando il forte cambiamento rispetto agli anni precedenti.

Inoltre, avevo da poco letto un libro di Maja Lunde dal titolo La Storia dell’Acqua. Una climate fiction, ovvero un romanzo ispirato ai cambiamenti climatici, in cui l’autrice descriveva un futuro distopico in cui in tutto il mondo mancava l’acqua potabile, a causa degli errori fatti in passato.

Appena decisi di scrivere il libro sapevo già che titolo dargli. Avrei scritto la mia Storia dell’Acqua, in cui avrei raccontato invece un mondo in cui agli errori dell’umanità si poteva rimediare con l’azione dei singoli, un mondo in cui anche gli ultimi avrebbero potuto avere l’acqua potabile.

Perchè ci ho messo più di due anni a scriverlo?

I miei libri precedenti li avevo sempre scritti di getto in pochi mesi, cavalcando il flusso dell’ispirazione narrativa. Per La Storia dell’Acqua decisi di fare un esperimento di scrittura, anche perchè sarebbe stato un libro molto diverso dagli altri.

Scrissi un capitolo ogni mese, e lo inviai in esclusiva ai membri della community di Aid4Mada via mail. Per 27 mesiquindi, da ottobre 2018 a dicembre 2020, i nostri iscritti hanno ricevuto ogni mese una “puntata” della storia.

Poi verso la fine dell’anno scorso ho capito che ero pronto per scrivere il finale, e per trasformare questo esperimento narrativo in un libro.

Mi sono preso qualche settimana per editare il tutto e ora finalmente siamo pronti per la pubblicazione.

Quando sarà pubblicato il libro?

Ho deciso di far uscire il libro il 22 marzo 2021, in occasione del World Water Day, la Giornata Mondiale dell’Acqua.

Come per La Fine della Terra, ho deciso però di dare l’opportunità ai membri della nostra community di leggerlo in anteprima, partecipando alla prevendita che sarà attiva dal 14 al 28 febbraio.

Anche in questo caso le date non sono state scelte a caso. Il 14 febbraio 2018infatti inaugurammo il nostro primo pozzo, quello costruito all’interno del villaggio scolastico in cui operavamo in passato, e che di fatto ha dato il via al progetto L’Acqua è Vita.

Cosa ho provato mentre scrivevo il libro?

La storia di Aid4Mada è anche la mia storia, perlomeno per quanto riguarda gli ultimi 4 anni. Quindi si può dire che questo sia il mio primo libro autobiografico (anche La Fine della Terra lo è, ma l’ho iniziato a scrivere dopo).

Per questa ragione per me è stato molto emozionante ripercorrere alcune tappe fondamentali per la mia vita, e dare a questo bellissimo percorso che sto facendo dal 2017 una forma narrativa.

Certo, ci sono stati passaggi non facili da scrivere, come quelli in cui racconto gli eventi dell’estate 2018 che hanno portato alla separazione della nostra associazione da quella con cui avevamo lavorato fino a quel momento.

E anche passaggi emozionanti, che mi hanno commosso come nel momento in cui li avevo vissuti: il successo della nostra prima grande raccolta fondi; la morte di mia nonna e la decisione di dedicarle uno dei nostri pozzi; la consegna alla popolazione dei nostri primi 10 pozzi.

La Storia dell’Acqua non è stata una storia facile, nè da realizzare nè da scrivere.

Ma è la nostra storia. Una storia vera e sincera.

Come useremo i fondi raccolti attraverso le vendite del libro?

Da quando ho conosciuto Aid4Mada, e quindi da fine 2016, tutti i proventi dei miei libri sono sempre stati devoluti interamente al sostegno dei nostri progetti.

Con Quando guardo verso Ovest ho dato una mano a sostenere il progetto scolastico che gestivamo in quel periodo. Con le vendite de Il libro perfetto siamo riusciti a coprire parte delle spese per l’avvio di una nuova classe di oltre 20 bambini. I proventi de La Fine della Terra sono stati utilizzati per finanziare la costruzione della Serra Idroponica (che abbiamo dovuto rimandare alla prossima estate).

La Storia dell’Acqua ho deciso di legarla al nostro nuovo progetto La Casa del Miele, l’orfanotrofio che stiamo costruendo a Tulear. E in particolare tutti i fondi che riusciremo a raccogliere con le vendite del libro verranno utilizzati per la costruzione di una casetta, che accoglierà 3 bimbi orfani e una ragazza madre. Una casetta che sarà intitolata all’altra mia nonna, che purtroppo se ne è andata il mese scorso. Ma la cui memoria in questo modo sopravvivrà non solo nel mio cuore, ma anche nella vita di alcune persone che oggi non hanno una casa, una famiglia, un futuro. E che grazie a lei domani potranno avere tutte queste cose.

Quindi cosa devi fare per aiutarmi a realizzare questo sogno?

Basta pochissimo!

Iscriviti alla nostra community seguici sui social, così il 14 febbraio appena apriremo le prevendite del libro potrai acquistarlo e leggerlo prima di tutti.

Non ti dico altro perchè ho già spoilerato abbastanza, ma anche perchè se deciderai di leggere il libro scoprirai da solo come puoi aiutarci a realizzare il cambiamento che stiamo portando avanti per il Madagascar

Siniha Mihajlovic con Andrea Di Caro

La partita della vita

«Sono sempre stato un uomo difficile, che si esaltava negli scontri. Ma con certi avversari la battaglia è più dura.» A luglio del 2019 Siniša Mihajlovic´ scopre di avere la leucemia e comincia la sua lotta in ospedale: tre ricoveri e un trapianto. Ma un mese dopo è di nuovo, coraggiosamente, in panchina. L’allenatore del Bologna è fatto così, mette sempre tutto se stesso in ogni cosa che fa: «Ho affrontato ogni partita come fosse la vita e la vita come fosse una partita». E in queste pagine si racconta per la prima volta senza reticenze al vicedirettore della «Gazzetta dello Sport» Andrea Di Caro ripercorrendo le tappe di una vita.

Nato a Vukovar da madre croata e padre serbo, diventa calciatore e milita nella Stella Rossa di Belgrado con cui vince ventenne una Coppa dei Campioni, distinguendosi per un sinistro micidiale sui calci piazzati. Sono anche gli anni dell’inizio delle guerre balcaniche, degli orrori e del dolore vissuti in prima persona. Dal 1992 comincia la carriera italiana – con Roma, Sampdoria, Lazio e Inter – che lo porta a vincere due scudetti, quattro Coppe Italia e quattro trofei europei. Nel 2006 si ritira e inizia la carriera di allenatore all’Inter come vice di Roberto Mancini. Proseguendo poi con Bologna, Catania, Fiorentina, Nazionale serba, Sampdoria, Milan, Torino e di nuovo Bologna.

Un racconto lungo trent’anni e ricco di aneddoti, personaggi, successi, fallimenti, polemiche, rivelazioni, partite oscure, gioie e drammi personali che scorrono in queste pagine tra sport, famiglia, politica e amicizie pericolose come quella con il criminale serbo Arkan. Con un filo conduttore che è stato sempre la sua forza: l’attaccamento ai valori, ma anche il coraggio di cambiare e di riscoprire una vita diversa dopo ogni battaglia.

Barbara Bonasea

Barbara Bonansea è entrata nella top XI Fifa del 2020 tra le migliori calciatrici al mondo. E, a poche ore dall’annuncio, sulla pagina di Calciatori Brutti, che aveva postato la notizia omaggiando la calciatrice, si scatena una gara feroce di commenti sessisti. “Barbara Bonansea porta in alto il tricolore, essendo l’unica italiana a riuscire ad entrare nella top XI Fifa delle migliori calciatrici al mondo, affiancandosi a mostri sacri come Christiane Endler, Lucy Bronze e Megan Rapinoe”. Da quel momento, nei commenti, una valanga di denigratori, tutta o quasi al maschile, che proprio non riesce a mandar giù che le donne possano essere brave anche a giocare al calcio, e riconosciute come tali.

Alcuni commenti, riferibili in questa sede sono: “I pulcini giocano meglio”, “Ripetete insieme a me…Il calcio non è un gioco per donne! “. Per fortuna non mancano commenti positivi: “Comunque Calciatori Brutti questa è una bella vetrina per eliminare quei sottosviluppati che pensano che denigrare il calcio femminile con battute estremamente sessiste sia simpatico”.

Ma a mettere davvero a posto i denigratori, sono arrivate le parole di orgoglio della campionessa, che sulla sua pagina Facebook ufficiale ha scritto emozionata: “È un grande onore essere qui tra questi 11 nomi, è una di quelle cose che non mi sarei mai aspettata e che mi rende molto orgogliosa. Credo che questo premio sia mio come di tutte le calciatrici italiane per tutto ciò che stiamo vivendo e stiamo cercando di ottenere con la forza dell’Unione, è un premio a tutte coloro che stanno combattendo contro gli stereotipi e contro l’ignoranza umana e anche a tutte quelle che non c’è l’hanno fatta a superarla”. E sotterra i pregiudizi con un messaggio di unione tra calcio femminile e maschile: “Avere di fianco Cristiano Ronaldo rende la cosa un pochino più speciale”.

Nina Agdal

Nina Agdal
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NINA AGDAL
Agdal nel 2016
NATO Nina Brohus Agdal
26 marzo 1992 (28 anni)
Hillerød , Danimarca
OCCUPAZIONE Modello
ANNI ATTIVI 2010-presente
Informazioni sulla modellazione
ALTEZZA 1,76 m (5 piedi 9 1 ⁄ 2 pollici) [1]
COLORE DEI CAPELLI Marrone chiaro
COLORE DEGLI OCCHI Marrone [1]
AGENZIA Elite Model Management (New York, Beverly Hills, Copenaghen)d’management group (Milano)Iconic Management (Berlino)MP Stockholm (Stoccolma)Vivien’s Model Management – Sydney (Sydney) [2]
Nina Brohus Agdal (nata il 26 marzo 1992) è una modella danese nota per le sue apparizioni in Sports Illustrated Swimsuit Issue e, insieme a Chrissy Teigen e Lily Aldridge , è apparsa sulla copertina del 50 ° anniversario nel 2014.

Contenuti
1Primi anni di vita
2carriera
3Filmografia
4Riferimenti
5link esterno
Primi anni di vita
Agdal [3] è nata il 26 marzo 1992 in Danimarca , [1] dove è cresciuta nella città di Hillerød . [4]

Carriera
Agdal è stata scoperta mentre era in una strada nella sua città natale. Non avendo esperienza come modella, ha partecipato al concorso Elite Model Look. Non ha vinto, ma ha firmato con Elite Models Copenhagen e ha continuato la scuola fino all’età di 18 anni. Dopo la laurea, si è trasferita negli Stati Uniti, dopodiché la sua carriera di modella è sbocciata. [5] [6] Ha modellato per Billabong , Victoria’s Secret , Adore Me , Bebe Stores e Calzedonia. [7] [8] È stata anche negli editoriali di moda per Vogue Mexico, Elle , Cosmopolitan e CR fashion book di Carine Roitfeld.[9] Nel 2012, ha fatto la sua prima apparizione in Sports Illustrated Swimsuit Issue ed è stata successivamente nominata “Rookie of the Year”. È apparsa anche sulla copertina dellarivista Maxim per il numero di marzo del 2017. [10] [11] Nel 2014, è apparsa sulla copertina del 50 ° anniversario di Sports Illustrated Swimsuit Issue con Chrissy Teigen e Lily Aldridge , [12] che lei considera come il “momento clou” della sua carriera di modella. [5]

Agdal è apparso in uno spot televisivo del Super Bowl del 2013 per Carl’s Jr. / Hardee’s . [10] Nell’agosto 2016 ha firmato con IMG Models . [ citazione necessaria ]

Filmografia [ modifica ]
Don Jon (2013) come Supermodel in spot pubblicitario (cameo)
Entourage (2015) come Bridgite (cameo)

Nina Agdal

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Nina Agdal
Agdal nel 2016
NatoNina Brohus Agdal
26 marzo 1992 (28 anni)
Hillerød , Danimarca
OccupazioneModello
anni attivi2010-presente
Informazioni sulla modellazione
Altezza1,76 m (5 piedi 9 1 ⁄ 2  pollici) [1]
Colore dei capelliMarrone chiaro
Colore degli occhiMarrone [1]
AgenziaElite Model Management (New York, Beverly Hills, Copenaghen)d’management group (Milano)Iconic Management (Berlino)MP Stockholm (Stoccolma)Vivien’s Model Management – Sydney (Sydney) [2]

Nina Brohus Agdal (nata il 26 marzo 1992) è una modella danese nota per le sue apparizioni in Sports Illustrated Swimsuit Issue e, insieme a Chrissy Teigen e Lily Aldridge , è apparsa sulla copertina del 50 ° anniversario nel 2014.

Contenuti

Primi anni di vita 

Agdal [3] è nata il 26 marzo 1992 in Danimarca , [1] dove è cresciuta nella città di Hillerød . [4]

Carriera 

Agdal è stata scoperta mentre era in una strada nella sua città natale. Non avendo esperienza come modella, ha partecipato al concorso Elite Model Look. Non ha vinto, ma ha firmato con Elite Models Copenhagen e ha continuato la scuola fino all’età di 18 anni. Dopo la laurea, si è trasferita negli Stati Uniti, dopodiché la sua carriera di modella è sbocciata. [5] [6] Ha modellato per Billabong , Victoria’s Secret , Adore Me , Bebe Stores e Calzedonia. [7] [8] È stata anche negli editoriali di moda per Vogue Mexico, Elle , Cosmopolitan e CR fashion book di Carine Roitfeld.[9] Nel 2012, ha fatto la sua prima apparizione in Sports Illustrated Swimsuit Issue ed è stata successivamente nominata “Rookie of the Year”. È apparsa anche sulla copertina dellarivista Maxim per il numero di marzo del 2017. [10] [11] Nel 2014, è apparsa sulla copertina del 50 ° anniversario di Sports Illustrated Swimsuit Issue con Chrissy Teigen e Lily Aldridge , [12] che lei considera come il “momento clou” della sua carriera di modella. [5]

Agdal è apparso in uno spot televisivo del Super Bowl del 2013 per Carl’s Jr. / Hardee’s . [10] Nell’agosto 2016 ha firmato con IMG Models . citazione necessaria ]

Filmografia [ modifica ]

  • Don Jon (2013) come Supermodel in spot pubblicitario (cameo)
  • Entourage (2015) come Bridgite (cameo)

” 30 anni in 1 secondo ” con Jennifer Garner ( ” Daredevil, Prova a prendermi, Alias-serie tv” )Jennifer Anne Garner (Houston, 17 aprile 1972) è un’attrice, produttrice cinematografica e produttrice televisiva statunitense.Jennifer Garner nel 2018È diventata celebre a livello internazionale interpretando l’agente della CIA Sydney Bristow nella serie televisiva Alias (dal 2001 al 2006), ruolo che l’ha portata a ricevere quattro nomination consecutive ai Golden Globe (dal 2002 al 2005) come miglior attrice in una serie drammatica, ottenendo una vittoria nel 2002. Sempre per la sua performance in Alias la Garner ha vinto anche uno Screen Actors Guild Award nel 2005. Durante il telefilm ha ricoperto contemporaneamente ruoli minori in varie pellicole come Pearl Harbor (2001) e Prova a prendermi (2002), ma anche ruoli da protagonista o coprotagonista in film come Daredevil (2003) e 30 anni in 1 secondo (2004); dopo la chiusura della serie ha recitato da protagonista in vari film, tra cui The Kingdom (2007), La rivolta delle ex (2009) e Dallas Buyers Club (2013).Madre di tre figli, nati dal matrimonio con l’attore e regista Ben Affleck, nel 2005 è stata inserita al settantesimo posto nella classifica delle cento celebrità più potenti del mondo (Power 100) stilata da Forbes. Marc Ruffalo ( ” In the cult, Una hostess fra le nuvole “) regia di Gary Winick ( ” Tapdole, Un giovane seduttore a New York, Voglia di vendetta ” ) chitarrista, cantautore e compositore britannico Mark Ruffalo, attore e regista statunitense.

La vita di Jenna è un inferno. I genitori la soffocano e i coetanei la ignorano. Ma il giorno del tredicesimo compleanno esprime un desiderio: avere 30 anni. Et voilà, la mattina dopo è una splendida trentenne con la vita che ha sempre sognato. Ma quando scopre che Matt, il suo unico vero amico di infanzia, sta per sposarsi proprio lei, Jenna, desidera solo che non sia troppo tardi.

Josè Padilla ” Bella musica 6 ‘ ” Found Love ” di Double Dee Autors: D. Domenella / D. Losito . Published: Music Market 1991 Irma Records. ISCR: IT029100138

José Padilla (disc jockey)

disc jockey spagnolo

Spagna

José Padilla

JosePadillaHostalLaTorre07.jpg

José Padilla durante un’intervista.NazionalitàSpagnaGenereMusica house
Musica d’ambiente
ChilloutPeriodo di attività musicale1975 – 2020Sito ufficiale

José María Padilla Requena (Barcellona4 dicembre 1955 – Ibiza19 ottobre 2020) è stato un disc jockey e produttore discografico spagnolo di ambient music. È famoso per aver curato la musica al Café del Mar, noto locale di San Antonio, sull’isola di Ibiza. A Padilla è riconosciuta l’importante attività di diffusione della chillout music.

BiografiaModifica

Nato a Barcellona, Padilla si trasferisce ad Ibiza nel 1975, cominciando la sua attività di DJ al Café del Mar nel 1991. Nel 1994 crea la prima compilation Café del Mar per l’etichetta React. La serie vanta oltre 10 volumi e diversi album extra rispetto al filone principale. Allo stesso tempo, Padilla porta alla creazione dell’etichetta propria del Cafè del Mar. Sue sono le selezioni delle tracce dei primi sei album e dell’edizione speciale per il 20º anniversario del locale.

Benché molti suoi pezzi siano apparsi in diverse compilation, soltanto nel 1998 è uscito il suo primo album, Souvenir, per l’etichetta Mercury Records. Il CD vanta collaborazioni con diversi musicisti del panorama chill-out, inclusi Lenny Ibizarre e Paco Fernández. Il suo secondo album, Navigator è uscito nel 2001.

12 anni dopo la sua prima compilation Cafè del Mar è uscita la sua nuova selezione di brani Cafe Solo‘ per l’etichetta Resist (il nuovo nome della React).

Nel 2011 esce la nuova CD compilation “Here comes the sunset” vol. 4 e dopo anni Padilla si lega di nuovo ad una spiaggia, questa volta in Italia, a Fregene. Dopo una performance al Singita, miracle beach Padilla rimane incantato dallo splendido tramonto e dalla atmosfera di questa angolo di paradiso e inizia una collaborazione a lungo termine. Etichetta greca Klik Records.

Si è spento a Ibiza dopo una battaglia contro il cancro nella notte del 19 ottobre 2020.

DiscografiaModifica

Di seguito sono riportati gli album a cui ha collaborato e partecipato José Padilla:[1][2]AnnoTitolo1993Café del Mar, Vol 11994Café del Mar, Vol 21995Café del Mar, Vol 31996Café del Mar, Vol 41997Café del Mar, Vol 51998Souvenir1999Café del Mar, Vol 62001Navigator2002Navigator (Special Ed.)2002El Sueno de Ibiza2004Serie Bella musica vol.1- 2 (2007)- 3 (2008)- 4 (2009)- 5 (2010)- 6 (2011)2005Man Ray, Vol 42006Café Solo2007Café Solo, Vol 22009Café Mambo Ibiza 092010Ibiza Classic Sunset2010Here comes the sunset vol.4- Singita, miracle beach2012Blue Note Beach Classics – presented by José Padilla2015So Many Colours2017Jose Padilla’s House Party

Menz&GassnerSPA 38050 Novaledo,Ucraina

Greta Ray

Greta Ray, giovane cantante e modella classe 1999, dal 2015 a oggi ha posato per più di 250 shooting fotografici, model sharing e workshop in quasi tutta Italia.
Fin da bambina ha sempre adorato sia il mondo della Moda che della Musica, tanto che canta dall’età di quattro anni e ad oggi ha all’attivo numerose esibizioni dal vivo con varie band in tantissimi locali e piazze italiane.
Il 9 febbraio 2017 ha vinto il premio di “miglior voce femminile” al concorso Sanremo Music Awards, e il 29 Settembre 2017 pubblica il singolo “il mio domani”, suo primo lavoro discografico.

Greta Varlese

🇫🇷 @balenciaga #PFW #SS16 @annikakrijt @greta_varlese #parisfashionweek #annikakrijt #gretavarlese #elitemodelmanagement #elitegirlsdoitbetter #balenciaga

il mio sondaggio.

Le mie domande:

  1. A che età avete cominciato a leggere?
  2. Qual è stato il primo libro che avete letto?
  3. Qual è il vostro libro preferito?
  4. Qual è il libro che vi ha fatto più piangere?
  5. Qual è il libro che vi ha fatto più ridere?
  6. Qual è il libro che vi ha fatto più riflettere?
  7. Avete mai scritto (anche solo per divertimento) un libro vostro?
  8. Che genere preferite leggere?
  9. Quale genere, invece, leggete poco o per niente?
  10. Preferite i libri cartacei o elettronici?
  11. Quanti libri leggete in un anno?
  12. Prestate i vostri libri ad altre persone?
  13. Comprate i libri nelle librerie fisiche o su Internet?
  14. Quanti libri prendete in prestito in biblioteca?
  15. Quanto amate la lettura da 1 a 10?

Aceto….non solo condimento

L’aceto non è solo un condimento ma agisce in modo benefico sul nostro organismo. Oggi vi raccontiamo le proprietà dell’aceto.
L’aceto lo conosciamo principalmente per il suo uso in cucina, principalmente per condire l’insalata.
Però l’aceto ha esplica alcuni interessanti benefici sul nostro organismo.

Infatti l’aceto contiene sostanze che disintossicano il sangue mantenendo elastiche le vene e le arterie, pertanto il sangue sarà più fluido andando così a ridurre la quantità di zuccheri esplicando una azione di prevenzione del diabete.
Sempre le stesse sostanze agiscono, anche, come disinfettante e depurante dell’intestino combattendo, in sostanza, in tutto l’organismo depositi di sostanze tossiche.
Inoltre l’aceto aiuta nella prevenzione delle infiammazioni articolari.
Ottima è l’azione di contrasto della ritenzione di liquidi agendo sullo stimolo delle vie urinarie.

Utile il contributo in caso di gonfiori addominali, accumuli di grasso nelle cellule e nel sistema cardiocircolatorio.
Se si soffre di insonnia l’aceto può venire in vostro aiuto.
Infine attenua il bruciore delle punture d’insetto e le può anche prevenire: basta avere il “coraggio” di spruzzare sulla pelle del buon aceto di vino bianco.
Controindicazioni: devono evitare l’uso di aceto chi soffre di disturbi intestinali, soprattutto gastriti e reflusso gastroesofageo.

damigiana per aceto
ACETO FATTO IN CASA
Una volta l’aceto si faceva in casa e per fare l’aceto bisogna “far andare a male il vino” (La Capra Enoica ci perdonerà?).
Serve una piccola damigiana. Versate nella damigiana una bottiglia intera di vino buono, perché se si vuole l’aceto buono è necessario utilizzare vino buono sia esso rosso, bianco o rosato però si può fare anche con un misto di vino rosso e bianco.
Tappate la damigiana ma senza sigillarlo del tutto perché è essenziale che prenda aria.
Il contenuto potrebbe attirare moscerini: sarà sufficiente mettere una garza sull’imboccatura della damigiana prima di adagiarvi sopra il tappo.
A questo punto mettete la damigiana in un luogo caldo e luminoso, proprio dove non mettereste mai il vino e dimenticatevi di essa.
Lasciate passare qualche tempo e si noterà sul fondo la formazione di una sostanza solida e morbida: la madre.
Il colore della madre dipende dal vino utilizzato.
Se annusate percepirete già il profumo dell’aceto che se non è ancora del tutto fatto è in fase di diventarlo.
Da questo momento nella damigiana potete aggiungere avanzi di bottiglia o di bicchieri versando il tutto utilizzando un colino a trama fine.
E così avete prodotto l’aceto casalingo.
Se la madre dovesse crescere troppo (quando si avvicina alla metà della damigiana) svuotate la damigiana in un altro recipiente, tagliate a pezzi la madre lasciandone dentro al damigiana quella necessaria rimettendo dentro il suo aceto.
La madre rimasta può essere utilizzata per produrre aceto in altri recipienti.

Galette di mele Gala Venosta e mandorle

Galette di mele Gala Val Venosta e mandorle
Ingredienti per 4-6 persone
2 mele Gala Val Venosta
180 g di farina 0 + quella per la spianatoia
30 grammi di farina di mandorle
2 cucchiai di zucchero di canna + un cucchiaio per la superficie della gallette
70 g di burro freddo
5 g di acqua fredda
un pizzico di sale
20 g di granella di mandorle
½ limone
½ cucchiaino di cannella in polvere
3 cucchiai di latte alla mandorla (o quello che preferite)

” Brevemente risplendiamo sulla terra ” di Ocean Vuong

La guerra, l’amore per una madre e per la lingua d’adozione, l’emigrazione, la violenza, l’identità, la scoperta del corpo e della perdita, una vita intera a capire cosa significa diventare cittadini di un altro paese: il romanzo d’esordio del poeta Ocean Vuong (T.S. Eliot Prize 2017) è la rivelazione dell’ultima stagione editoriale negli Stati Uniti, considerato dalla critica l’emblema di cosa può essere il romanzo americano. Little Dog, la voce di questo romanzo di esordio tradotto in tutto il mondo, ricostruisce in una lettera alla madre la storia della sua famiglia, segnata dalla guerra del Vietnam e dall’emigrazione negli Stati Uniti. Arrivati in America nel 1990, Little Dog e sua madre Rose si stabiliscono in Connecticut, dove lei si mantiene facendo manicure e pedicure. Ma la donna soffre di un disturbo da stress post-traumatico che si manifesta in violenti scoppi d’ira contro il figlio, alternati a gesti di tenerezza assoluta. Con loro abita la nonna Lan, che ha vissuto il dramma della guerra in prima persona: fuggita da un matrimonio combinato con un uomo molto più anziano, è costretta a vendersi ai soldati americani per mantenersi. Little Dog, crescendo, si fa interprete del dialogo impossibile tra le generazioni della sua famiglia tutta al femminile, unendo due donne che non parlano l’inglese e faticano a integrarsi nella cultura americana. Prendendosi cura degli altri, Little Dog impara a conoscere se stesso, dal difficile rapporto con i suoi coetanei che lo prendono di mira per la sua diversità, fino alla scoperta dell’amore. Accolto dalla critica come un grande romanzo americano, Brevemente risplendiamo sulla terra è una speciale storia di formazione che, attraverso il legame d’amore tra un figlio e una madre, parla di identità, differenza, di come impariamo ad abitare i sentimenti più grandi. Un libro sulla forza di raccontarsi per riscattare il silenzio di non essere ascoltati, che rivela l’intensità e la grazia della scrittura di Ocean Vuong.

” Io sono una strega ” di Marina Mazza

Caterina da Broni, governante, prostituta, avventuriera e strega. Caterina è una bambina strana per il suo tempo, sa addirittura leggere grazie al padre maestro. Rimasta incinta a tredici anni in seguito a una violenza, va in sposa a un uomo che non è chi dice di essere. Ma invece di rassegnarsi a un destino di schiavitù, sceglie di fuggire. La sua intera vita diventa così una picaresca ricerca del proprio posto nel mondo, attraverso un territorio lombardo intriso di acque e brume, dove la vita è scandita dallo scorrere del Po. La sua strada la porta da una locanda assai equivoca a una raffinata bottega di tipografi e poi alla «corte» di un capitano di ventura, fino ad arrivare a Milano, la grande città dominata dagli spagnoli, teatro di intrighi e lotte per il potere. Qui, l’accusa di aver «affatturato» l’anziano gentiluomo da cui è a servizio la conduce in prigione. La pena è il rogo: così muore una strega e Caterina è convinta di esserlo, di aver venduto l’anima al diavolo per poter sopravvivere. A eseguire la sentenza è chiamato Salem, celebre boia, un uomo bellissimo e tormentato: su quella pira lui rischia di perdere qualcosa di molto importante, che non sapeva di possedere. Sensuale, inquieta, spietata, tenera e decisa, Caterina da Broni è la protagonista autentica di uno dei più famosi processi alle streghe che la storia abbia tramandato. In questo romanzo prende vita come eroina modernissima, in una narrazione di ricerca storica, ricostruzione d’epoca, racconto di eventi che si susseguono con ritmo incalzante. Mentre attraversa, ribelle, il suo tempo, sul suo cammino aleggia una domanda: qual è il confine tra giustizia e delitto?

” Il colibrì ” di Sandro Veronesi vincitore della LXXIV premio ” Strega “

Marco Carrera è il colibrì. La sua è una vita di continue sospensioni ma anche di coincidenze fatali, di perdite atroci e amori assoluti. Non precipita mai fino in fondo: il suo è un movimento incessante per rimanere fermo, saldo, e quando questo non è possibile, per trovare il punto d’arresto della caduta – perché sopravvivere non significhi vivere di meno. Intorno a lui, Veronesi costruisce un mondo intero, in un tempo liquido che si estende dai primi anni settanta fino a un cupo futuro prossimo, quando all’improvviso splenderà il frutto della resilienza di Marco Carrera: è una bambina, si chiama Miraijin, e sarà l’uomo nuovo.

” Match Point ” di Woody Allen

Chris Wilton è un tennista che ha rinunciato alla sua carriera e ora fa il maestro di tennis a Londra in un club di alto livello. Qui conosce il ricco Tom Hewett e sua sorella Chloe che si innamora subito di lui e del suo apparente interesse per la cultura. Il ricco padre dei due lo inserisce nella sua attività finanziaria e il matrimonio tra Chris e Chloe si avvicina. Ma Chris, che ha conosciuto la fidanzata di Tom (l’aspirante attrice americana Nola) e ne è rimasto irrimediabilmente attratto, quando la reincontra libera dal legame con il quasi cognato inizia con lei una relazione basata sulla passione. Il matrimonio avviene e Chloe desidera a tutti costi la maternità. A rimanere incinta è invece Nola che vuole che Chris lasci la moglie. Incapace di resistere alla pressione Chris escogita una via di fuga.
Non è bene raccontare altro del più articolato e fluido dei film recenti di Allen. Liberato ormai dal contratto spielberghiano e probabilmente costretto dalla difficoltà di trovare finanziamenti per i suoi film negli Usa, Woody compie un doppio salto mortale rispetto alla sua ormai più che consolidata tradizione narrativa. Lascia Manhattan per l’Upper Class londinese e (udite, udite) non ha nessun personaggio di origine ebraica nella sua sceneggiatura. Torna invece con forza sul tema dell’omicidio affrontato in modo magistrale ai tempi di Crimini e misfatti, ma soprattutto affronta con genialità anche visiva la questione della assoluta casualità del vivere umano. La sequenza che apre il film (e una sorpresa che non va svelata collocata molto più avanti) offrono, in modo estremamente simbolico e concreto al contempo, un’occasione di riflessione in materia. Woody Allen, come l’Araba Fenice, risorge ancora una volta dalle ceneri che detrattori troppo frettolosi gli avevano di recente e irrevocabilmente attribuito.

” Match Point ” di Woody Allen

Chris Wilton è un tennista che ha rinunciato alla sua carriera e ora fa il maestro di tennis a Londra in un club di alto livello. Qui conosce il ricco Tom Hewett e sua sorella Chloe che si innamora subito di lui e del suo apparente interesse per la cultura. Il ricco padre dei due lo inserisce nella sua attività finanziaria e il matrimonio tra Chris e Chloe si avvicina. Ma Chris, che ha conosciuto la fidanzata di Tom (l’aspirante attrice americana Nola) e ne è rimasto irrimediabilmente attratto, quando la reincontra libera dal legame con il quasi cognato inizia con lei una relazione basata sulla passione. Il matrimonio avviene e Chloe desidera a tutti costi la maternità. A rimanere incinta è invece Nola che vuole che Chris lasci la moglie. Incapace di resistere alla pressione Chris escogita una via di fuga.
Non è bene raccontare altro del più articolato e fluido dei film recenti di Allen. Liberato ormai dal contratto spielberghiano e probabilmente costretto dalla difficoltà di trovare finanziamenti per i suoi film negli Usa, Woody compie un doppio salto mortale rispetto alla sua ormai più che consolidata tradizione narrativa. Lascia Manhattan per l’Upper Class londinese e (udite, udite) non ha nessun personaggio di origine ebraica nella sua sceneggiatura. Torna invece con forza sul tema dell’omicidio affrontato in modo magistrale ai tempi di Crimini e misfatti, ma soprattutto affronta con genialità anche visiva la questione della assoluta casualità del vivere umano. La sequenza che apre il film (e una sorpresa che non va svelata collocata molto più avanti) offrono, in modo estremamente simbolico e concreto al contempo, un’occasione di riflessione in materia. Woody Allen, come l’Araba Fenice, risorge ancora una volta dalle ceneri che detrattori troppo frettolosi gli avevano di recente e irrevocabilmente attribuito. 

” Natura morta spagnola ” di Henri Matisse

Dove si trova: Hermitage, San Pietroburgo, Russia
Matisse fu uno degli artisti più popolari del XX secolo, e tra l’altro è stato anche l’esponente più conosciuto tra i Fauves. I quadri di Matisse sono diventati molto apprezzati dal pubblico grazie alla sua straordinaria semplificazione delle forme e all’utilizzo di colori primari e secondari, che talvolta arrivavano a creare delle realtà completamente nuove. La sua grande abilità gli ha permesso di diventare uno degli artisti più conosciuti nella storia dell’arte contemporanea.

” Natura morta spagnola ” di Henri Matisse

Dove si trova: Hermitage, San Pietroburgo, Russia
Matisse fu uno degli artisti più popolari del XX secolo, e tra l’altro è stato anche l’esponente più conosciuto tra i Fauves. I quadri di Matisse sono diventati molto apprezzati dal pubblico grazie alla sua straordinaria semplificazione delle forme e all’utilizzo di colori primari e secondari, che talvolta arrivavano a creare delle realtà completamente nuove. La sua grande abilità gli ha permesso di diventare uno degli artisti più conosciuti nella storia dell’arte contemporanea.

Primi anni Sessanta, Florida. Il movimento per i diritti civili sta prendendo piede anche a Frenchtown, il quartiere afro-americano della capitale, ed Elwood Curtis, un ragazzino cresciuto dalla nonna, si forma sugli insegnamenti di Martin Luther King. Il suo grande sogno è frequentare il college e iniziare la sua nuova vita, ma proprio il primo giorno di scuola accetta un passaggio su un’auto rubata. Pur non c’entrando nulla con il furto, Elwood viene spedito alla Nickel Academy, una scuola-riformatorio per soli maschi la cui missione è trasformare il piccolo delinquente in “un uomo rispettabile e onesto”. Questo sulla carta. Perché nei fatti la Nickel Academy è un vero e proprio viaggio all’inferno.

Primi anni Sessanta, Florida. Il movimento per i diritti civili sta prendendo piede anche a Frenchtown, il quartiere afro-americano della capitale, ed Elwood Curtis, un ragazzino cresciuto dalla nonna, si forma sugli insegnamenti di Martin Luther King. Il suo grande sogno è frequentare il college e iniziare la sua nuova vita, ma proprio il primo giorno di scuola accetta un passaggio su un’auto rubata. Pur non c’entrando nulla con il furto, Elwood viene spedito alla Nickel Academy, una scuola-riformatorio per soli maschi la cui missione è trasformare il piccolo delinquente in “un uomo rispettabile e onesto”. Questo sulla carta. Perché nei fatti la Nickel Academy è un vero e proprio viaggio all’inferno.

Colson Whitehead, I ragazzi della Nickel

Primi anni Sessanta, Florida. Il movimento per i diritti civili sta prendendo piede anche a Frenchtown, il quartiere afro-americano della capitale, ed Elwood Curtis, un ragazzino cresciuto dalla nonna, si forma sugli insegnamenti di Martin Luther King. Il suo grande sogno è frequentare il college e iniziare la sua nuova vita, ma proprio il primo giorno di scuola accetta un passaggio su un’auto rubata. Pur non c’entrando nulla con il furto, Elwood viene spedito alla Nickel Academy, una scuola-riformatorio per soli maschi la cui missione è trasformare il piccolo delinquente in “un uomo rispettabile e onesto”. Questo sulla carta. Perché nei fatti la Nickel Academy è un vero e proprio viaggio all’inferno.

Sorry all my commenters on my site www.gianmariasemprini.wordpress.com but my phone is temporarily out of order and I will not be able to answer your kind comments. A piece of advice … keep writing to her so I am taking it under warranty today to Comet in Riccione, where I live, which will send it to the nearest Samsung office, if they add up it does not matter, they would only remain in arrears and sooner or later I will answer you.

Sorry all my commenters on my site http://www.gianmariasemprini.wordpress.com but my phone is temporarily out of order and I will not be able to answer your kind comments. A piece of advice … keep writing to her so I am taking it under warranty today to Comet in Riccione, where I live, which will send it to the nearest Samsung office, if they add up it does not matter, they would only remain in arrears and sooner or later I will answer you.

Sincerely good day and see you soon.

P.S: publications will not cease.

Avevo a disposizione una gran quantità di more e dato che di marmellata ne ho fatta già abbastanza..mi frullava in testa l’idea di fare qualcosa di diverso.Una crostata col mascarpone e more e sapete cosa? E’ stato un successone!Buona, fresca e nello stesso tempo golosa.Per questa ricetta mi sono fatta aiutare da uno stampo quadrato microforato.

Avevo a disposizione una gran quantità di more e dato che di marmellata ne ho fatta già abbastanza..mi frullava in testa l’idea di fare qualcosa di diverso.
Una crostata col mascarpone e more e sapete cosa? E’ stato un successone!
Buona, fresca e nello stesso tempo golosa.
Per questa ricetta mi sono fatta aiutare da uno stampo quadrato microforato.

INGREDIENTI

FROLLA MIRIAM BONIZZI
-300 g farina 00
– 150 g burro freddo
– 100g zucchero a velo
– 1 uovo a temp. ambiente.

FARCIA
– More ( da riuscire a coprire il fondo della crostata, quindi varia il peso da ciascuna tortiera)
– 250g mascarpone
– 3 tuorli
– 100g zucchero semolato
– 2 g colla pesce
– 100g panna montata
– 2 cucchiai liquore amaretto
– cacao in polvere

PROCEDIMENTO

Prepariamo la frolla:

In una planetaria con il gancio a K, andiamo a mettere la farina, lo zucchero, burro a tocchetti e l’uovo ( naturalmente per quanto riguarda il sapore potrete usare l’essenza di limone, arancia, vaniglia ecc) e andremo a impastare fino a quando non avremo ottenuto un impasto compatto ed omogeneo.
Formare un panetto e far riposare nella pellicola per 60 minuti, in frigorifero.

Dopo averla fatta riposare, la andiamoa stendere a 3 mm e a ricoprire la nostra tortiera per poi farla riposare nuovamente in frigorifero per un paio di ore.
Avendo usato una tortiera microforata non ho avuto bisogno di creare buchi nella base con la forchetta, inoltre ho fatto una semplice cottura in bianco, senza neppure usare i fagioli per tenere la frolla bassa. Questo è un grande aiuto se si ha la tortiera microforata. COTTURA PER 10 MINUTI A 180°C.
Se invece non doveste averla, procedete alla cottura in bianco, ossia fate dei buchi con i rebbi della forchetta nella base e procedete a rivestire l’interno della crostata con carta da forno e fagioli e andate fare la prima cottura per 10/15 minuti sempre a 180°C per poi andare a togliere la carta da forno ed i fagioli e continuare la cottura per almeno 10 minuti. La frolla si deve colorare leggermente.
Lasciamola poi riposare.

Prepariamo la farcia:

– lavorare il mascarpone con una spatola.
– Montare a parte i tuorli con lo zucchero. Intanto mettiamo la colla di pesce in acqua fredda e scaldiamo il liquore. Una volta che questo si è scaldato andremo a scioglierci la colla di pesce ben strizzata per poi andarla ad aggiungere a filo ai tuorli e continuare a montare per altri 4 minuti.
Quando il composto sarà gonfio, andiamo a montare la panna montata a neve ferma.
– Mettiamo il mascarpone nel composto dei tuorli, mescolando dal basso verso l’alto ed andremo ad aggiungere la panna montata. Otterremo un composto giallo, spumoso e cremoso.

Stendiamo un velo di questo composto nella crostata, andiamo ad adagiare le nostre more e con l’aiuto di una sac à poche andremo a stendere il restante composto per poi livellarla.
Facciamo riposare in frigorifero una notte intera e togliamola dal frigorifero almeno 10 minuti prima di servire. Decorare con cacao polvere.

Alla prossima
Samantha

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samanthaincucina | 10 agosto 2020 alle 7:25 | Etichette: crostata, crostata al mascarpone, crostata alle more, frolla miriam bonizzi, stampo microforato | Categorie: biscotti, crostata, dessert, dolce, pasticceria, torta | URL: https://wp.me/p8w2Ny-iu
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Il risotto allo zafferano

Il risotto alla milanese è un piatto apprezzato in Italia e non solo. Fra storia e leggenda la ricetta ha fatto un lungo cammino è prima di arrivare alla ricetta finale. Tra le leggende, più o meno fantasiose, fiorite intorno all’origine del risotto alla milanese, ce n’è una che gode di maggior credito. Una leggenda che fa risalire alla pura casualità l’impiego dello zafferano nella preparazione del noto risotto. Stando a un manoscritto trovato alla Biblioteca Trivulziana, la nascita di questa specialità sarebbe legata inoltre strettamente anche al Duomo di Milano. Siamo nel 1574 e Maestro Valerio di Fiandra, fiammingo di Lovanio, era impegnato nella realizzazione delle vetrate della Cattedrale meneghina. Al suo fianco lavorava un aiutante chiamato Zafferano: la ragione del suo soprannome era legata all’abitudine dell’assistente di aggiungere sempre una punta di zafferano ai colori, per creare un effetto più brillante. Un giorno per scherzo, Zafferano l’8 settembre 1574, in occasione delle nozze della figlia di Valerio, concordò con il cuoco una variazione nel menu nuziale: al riso, condito con del semplice burro, sarebbe stato aggiunto anche un pizzico della spezia dorata. Con grande stupore del giovane, i commensali apprezzarono la trovata sia per il gusto sia per la nota colorata aggiunta al piatto.Dal 1300 al 1800 il risotto era cotto in acqua e poi arricchito con lo zafferano.
È solo in un ricettario del 1779, Il Cuoco Maceratese di Antonio Nebbia che si parla per la prima volta di riso soffritto con poco burro e bagnato con il brodo. Nel 1829 ne il ricettario de Il Nuovo Cuoco Milanese Economico del meneghino Felice Luraschi viene citato il “risotto alla milanese giallo”. In questo procedimento è previsto che il riso, completo di grasso, midollo di bue, noce moscata e brodo, venga infine insaporito con un po’ di formaggio grattugiato.E per il vino? Dobbiamo aspettare i primi del Novecento. A parlarcene è Pellegrino Artusi che, alla ricetta del risotto alla milanese, monca il vino, . Si tratta di una gustosa ricetta realizzata con il vino bianco per sgrassare l’untuosità appunto del midollo e grasso di bue.

Ci son voluti secoli
per arrivare alla ricetta perfetta
e il grande Artusi
la completò usando il vino
è stato un lungo cammino
ma oggi è la pietanza
più richiesta da nord a sud

” L’hotel è un mucchio di mattoni “, di mio nipote Gian Marco Montanari

”Cavolo Gian Marco il libro è fantasmagorico!!

Ti dico la verità, finora non avevo avuto un grande slancio e una gran voglia di leggerlo perché seguendoti dai tuoi albori ho pensato di conoscere più o meno tutti i tuoi dictat e quindi ero convinta di annoiarmi nella lettura.

Niente più lontano dalla verità!!

L’ho aperto ieri sera nell’intento di dare un’occhiata alla prefazione: Ho letto fino a pagina 102 senza battere ciglio!! ..

E ho dovuto violentarmi per chiuderlo, se volevo dormire almeno 3 ore prima della sveglia!

Ancora una volta mi hai sbalordita.

Troppo vincente la scelta di un linguaggio così colloquiale.

Ho preso 2 pagine di appunti/spunti e non sono arrivata neanche a metà!! “

Giorgia Formica – direttrice Hotel Excelsior Pesaro

“Complimenti per il libro che qui stiamo leggendo tutti e lo usiamo come un vero e proprio manuale.

È stato un grandissimo regalo in tutti i sensi e, secondo il mio modesto parere, dovrebbe essere un libro di testo nelle facoltà di Economia e Menagement Alberghiero e di Scienza del Turismo.

ùNon è possibile trovare in giro un libro che possa solo contenere una mole di materiale del genere e soprattutto un modo di interagire con il lettore che ti immerge in una vera e propria consulenza con l’autore del libro.

Davvero Complimenti e pensaci sul pubblicarlo ed elargirlo ad un pubblico troppo vario, vale molte euro e non tutti potrebbero capirne il vero contenuto, valore e significato.”

Michele Toma – Hotel Villa Nettuno – San Menaio – Vico del Gargano

“Quando mi hanno regalato “L’hotel è un mucchio di mattoni” ho pensato che no, un altro manuale di marketing e revenue management non l’avrei letto.

Vista però la faccia simpatica dell’autore in copertina ho provato a fare il “sacrificio” e “ho provato” a leggerlo.

Con sorpresa ho scoperto che non era ne pesante ne difficile ma si leggeva come uno dei più avvincenti romanzi e con grande facilità.

Così brand, marketing, copywriting, target, revenue management mi sono apparsi finalmente concetti chiarissimi e di grande facilità ad applicarli.

Veramente un manuale interessantissimo che consiglio a chiunque, soprattutto a chi fa l’albergatore.”

Sandro Florenzo – Hotel terme Oriente Ulivi – Ischia

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Citazione

via ” L’hotel è un mucchio di mattoni “, di mio nipote Gian Marco Montanari

Cavolo Gian Marco il libro è fantasmagorico!!

Ti dico la verità, finora non avevo avuto un grande slancio e una gran voglia di leggerlo perché seguendoti dai tuoi albori ho pensato di conoscere più o meno tutti i tuoi dictat e quindi ero convinta di annoiarmi nella lettura.

Niente più lontano dalla verità!!

L’ho aperto ieri sera nell’intento di dare un’occhiata alla prefazione: Ho letto fino a pagina 102 senza battere ciglio!! ..

E ho dovuto violentarmi per chiuderlo, se volevo dormire almeno 3 ore prima della sveglia!

Ancora una volta mi hai sbalordita.

Troppo vincente la scelta di un linguaggio così colloquiale.

Ho preso 2 pagine di appunti/spunti e non sono arrivata neanche a metà!! “

Giorgia Formica – direttrice Hotel Excelsior Pesaro

“Complimenti per il libro che qui stiamo leggendo tutti e lo usiamo come un vero e proprio manuale.

È stato un grandissimo regalo in tutti i sensi e, secondo il mio modesto parere, dovrebbe essere un libro di testo nelle facoltà di Economia e Menagement Alberghiero e di Scienza del Turismo.

ùNon è possibile trovare in giro un libro che possa solo contenere una mole di materiale del genere e soprattutto un modo di interagire con il lettore che ti immerge in una vera e propria consulenza con l’autore del libro.

Davvero Complimenti e pensaci sul pubblicarlo ed elargirlo ad un pubblico troppo vario, vale molte euro e non tutti potrebbero capirne il vero contenuto, valore e significato.”

Michele Toma – Hotel Villa Nettuno – San Menaio – Vico del Gargano

“Quando mi hanno regalato “L’hotel è un mucchio di mattoni” ho pensato che no, un altro manuale di marketing e revenue management non l’avrei letto.

Vista però la faccia simpatica dell’autore in copertina ho provato a fare il “sacrificio” e “ho provato” a leggerlo.

Con sorpresa ho scoperto che non era ne pesante ne difficile ma si leggeva come uno dei più avvincenti romanzi e con grande facilità.

Così brand, marketing, copywriting, target, revenue management mi sono apparsi finalmente concetti chiarissimi e di grande facilità ad applicarli.

Veramente un manuale interessantissimo che consiglio a chiunque, soprattutto a chi fa l’albergatore.”

Sandro Florenzo – Hotel terme Oriente Ulivi – Ischia

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Come posso riparare facilmente gli errori di Windows?
Ci sono due modi per risolvere gli errori di Windows :
Soluzione di riparazione per utenti esperti (aggiornamento manuale):
Avvia il tuo computer e accedi come amministratore.
Clicca sul tasto Start, quindi seleziona Tutti i programmi, Accessori, Strumenti di sistema, e poi clicca su Ripristina sistema.
Nella nuova finestra, seleziona l’opzione “Ripristina il mio computer ad un punto precedente nel tempo” e poi clicca su Avanti.
Seleziona il punto di ripristino di sistema più recente dalla lista “In questa lista, clicca su un punto di ripristino” e poi clicca su Avanti.
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Riavvia il computer quando termina il ripristino.
Soluzione di riparazione per utenti principianti (completamente automatica):
Scarica lo strumento per la riparazione di Windows.
Installa il programma e poi clicca sul tasto Scansione.
Clicca sul tasto Ripara errori quando la scansione è completata.
Riavvia il tuo computer.

Gli olandesi lavorano da casa più di ogni europeo

Che bravi, mai stato in Olada

zerohedge.com 8.2.20

Eurostat ha diffuso alcuni nuovi dati interessanti che mostrano la percentuale di europei che fanno regolarmente l’ home office .

Nel 2018, il 5,2% delle persone di età compresa tra 15 e 64 anni lavorava regolarmente da casa in tutta l’UE e, come osserva Niall McCarthy di Statista , tale percentuale è rimasta relativamente costante a circa il 5% negli ultimi 10 anni.

I Paesi Bassi hanno la più alta percentuale di lavoratori che affermano di lavorare normalmente da casa al 14 percento, seguiti da vicino dalla Finlandia con il 13,3 percento.

I tassi di home office sono molto più bassi in alcune parti dell’Europa orientale ed è praticamente sconosciuto in Romania e Bulgaria, dove i tassi sono rispettivamente solo dello 0,3 per cento e dello 0,4 per cento. Questa infografica mostra la situazione in tutto il continente e include anche le tariffe nei paesi SEE: Islanda, Svizzera…

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Galleria

Nina Agdal modella californiana di San Diego

Nina Agdal
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
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Nina Agdal
New Era brand ambassador Nina Agdal (26155192460).jpg
Nina Agdal nel 2016
Altezza 176 cm
Misure 82-60-90
Taglia 36 (UE)
Peso 55 kg
Scarpe 37 (UE)
Occhi Verdi-Grigi
Capelli Castano chiaro
Modifica dati su Wikidata · Manuale
Nina Brohus Agdal[1] (Copenaghen, 26 marzo 1992) è una modella danese.

Indice
1 Carriera
2 Filmografia
3 Agenzie
4 Note
5 Altri progetti
6 Collegamenti esterni
Carriera
Cresciuta nella città danese di Hillerød[2], acquisisce notorietà a partire dal 2010, posando per la copertina del mese di giugno dell’edizione danese della rivista Bazar magazine e per il catalogo natalizio di una nota catena di abbigliamento[3].

È sotto contratto con la nota agenzia Elite Model Management[4]. Nel 2011 posa per il fotografo Bogdan Morozovskiy e per noti marchi di moda internazionali[3][5].

Nel 2012 compare per la prima volta nell’edizione Swimsuit della rivista Sports Illustrated[6], per cui realizza alcuni scatti alle Seychelles[7] e ottiene il titolo di “Rookie of the Year” (debuttante dell’anno) dopo una votazione online da parte dei lettori della rivista[8]. Nello stesso anno lavora anche con il fotografo Rick Delgado e con prestigiosi marchi.[3][9].

Nel 2013 posa per le edizioni americane e messicane della rivista Esquire[3], per la rivista spagnola DTLux e per Sports Illustrated Swimsuit, che la ritrae anche in alcuni scatti realizzati alle Bahamas con la tecnica del bodypainting[7][10]. Nello stesso anno è scelta come testimonial da diverse aziende di moda[3][9] e gira uno spot per una nota catena di fast food americana, oggetto di interventi di semi censura, ma che sarà trasmesso negli USA nel periodo del Super Bowl[11]. È inoltre ospite del David Letterman Show[3] e nel cast del film Don Jon[12].

Nel 2014 prosegue l’attività di modella per noti marchi di abbigliamento[9], comparendo anche sull’edizione francese della rivista Grazia[9]. Torna a lavorare anche con Sports Illustrated Swimsuit, per cui realizza un servizio fotografico alle Cook Islands[13] ed appare in topless nella copertina celebrativa del 50º anniversario del periodico insieme a Chrissy Teigen e Lily Aldridge[7].

Nel 2015 è nel cast del film Entourage[14]. Inoltre, posa per Sports Illustrated Swimsuit[15], noti marchi di abbigliamento[9] e per 100 Great Danes, book di foto realizzato per beneficenza in cui appare parzialmente nuda[16]. Nello stesso anno viene ritratta, sempre parzialmente nuda, anche dal fotografo Frederick Pinet.[17]

Nel 2016 viene riconfermata come modella di Sports Illustrated Swimsuit per cui appare in alcuni scatti realizzati a Zanzibar[18] e testimonial di noti marchi di abbigliamento[9].

Nel 2017 posa nuovamente per l’edizione swimsuit di Sports Illustrated[19]. A gennaio 2018 suscita particolare clamore un suo lungo post su Instagram in cui dichiara che l’editore di una rivista avrebbe rifiutato di pubblicare un suo servizio fotografico, in quanto non corrisponderebbe ai criteri di magrezza del magazine[20].

Filmografia
Don Jon, regia di Joseph Gordon-Levitt (2013) – Ruolo: Supermodella in spot televisivo (cameo)
Entourage, regia di Doug Ellin (2015) – Ruolo: Bridgite (cameo)
Agenzie
Elite Model Management – Copenaghen, New York, Amsterdam, Barcellona, Los Angeles, Miami, Stoccolma
Munich Models
Model Management – Amburgo
Note
^ Filmato audio (EN) AOL, SI Swimsuit Hotties Bare All About Being Cover Models, su YouTube, 7 marzo 2014, a 0 min 40 s. URL consultato il 19 gennaio 2016.
^ (EN) Sports Illustrated, The Rookies Class Of 2012, su sportsillustrated.cnn.com, 17 febbraio 2012. URL consultato il 14 agosto 2015 (archiviato dall’url originale il 19 aprile 2013).
(EN) StarNoStar, Nina Agdal bio, su starnostar.com. URL consultato il 14 agosto 2015 (archiviato dall’url originale il 24 settembre 2015).
^ (EN) Elite Model Management, Portfolio di Nina Agdal, su http://www.elitemodel.com, Elite Model Management. URL consultato il 14 agosto 2015 (archiviato dall’url originale il 23 settembre 2015).
^ (EN) Robert Anthony, Nina Agdal, Elite Daily, 27 dicembre 2011. URL consultato il 14 agosto 2014 (archiviato dall’url originale il 26 gennaio 2013).
^ (EN) John T. Roosvelt, Nina Agdal Crowned SI’s 2012 Swimsuit Rookie of the Year, su The Roosevelts, 13 marzo 2013. URL consultato il 14 agosto 2015 (archiviato dall’url originale il 10 luglio 2015).
Caterina Di Iorgi, Sport Illustrated Swimsuit 2014: la cover del 50 anniversario con Nina Agdal e Lily Aldridge, video, su Styleandfashion, 15 febbraio 2014. URL consultato il 14 agosto 2015.
^ (EN) Sports Illustrated, Nina Agdal – 2012 Sports Illustrated Swimsuit Edition – SI.com, su sportsillustrated.cnn.com. URL consultato il 14 agosto 2015 (archiviato dall’url originale il 16 febbraio 2012).
(EN) Models.com, Nina Agdal, su models.com. URL consultato il 14 agosto 2015.
^ (EN) Sports Illustrated, Nina Agdal Swimsuit Photos – Sports Illustrated Swimsuit 2013, su sportsillustrated.cnn.com. URL consultato il 14 agosto 2015 (archiviato dall’url originale il 7 marzo 2013).
^ Affari Italiani, Lo spot censurato del Superbowl trasforma Nina Agdal in una star…, su affaritaliani.it, 10 febbraio 2013. URL consultato il 14 agosto 2015.
^ (EN) IMDb, Cast completo del film Don Jon (2013), IMDb. URL consultato il 14 agosto 2015.
^ (EN) Sports Illustrated, Nina Agdal 2014 Swimsuit: Cook Islands, su si.com, 19 gennaio 2015. URL consultato il 14 agosto 2015.
^ (EN) IMDb, Cast completo del film Entourage (2015), IMDb. URL consultato il 14 agosto 2015.
^ (EN) Sports Illustrated, Nina Agdal Swimsuit Photos – Sports Illustrated Swimsuit 2015, su http://www.si.com. URL consultato il 10 marzo 2018.
^ Redazione, Nina Agdal nuda come mamma l’ha fatta, ma per beneficenza (FOTO), su buzzland.it, 2 dicembre 2014. URL consultato il 21 luglio 2016.
^ (EN) The FMD News Editors Board, Nina Agdal gets naked for newly released photoshoot | News | The FMD, su fashionmodeldirectory.com, 4 maggio 2015. URL consultato il 14 agosto 2015.
^ Nina Agdal Swimsuit Photos, Sports Illustrated Swimsuit 2016, su http://www.si.com. URL consultato il 18 febbraio 2016.
^ Nina Agdal 2017 Swimsuit photo gallery, su SI.com. URL consultato il 18 febbraio 2017.
^ Francesco Tortora, Accusata di non essere abbastanza magra, Nina Agdal sbotta sui social, in Corriere della Sera, 13 gennaio 2018. URL consultato il 10 marzo 2018.